Questo post nasce dall’esigenza di presentare il mio personale contributo nell’ambito del Counseling e della Psicoterapia frutto dell’integrazione di approcci apparentemente molto diversi tra di loro ma che possono trovare nella pratica clinica nutrimento e sinergia reciproci nel rispetto delle rispettive originalità .
L’integrazione a cui mi riferisco è tra la Programmazione Neurolinguistica da una parte (PNL )
e altri approcci tipici della psicologia umanistica: la Terapia Centrata sul Cliente (Carl Rogers) e la Terapia della Gestalt (Fritz Perls).
La mia storia personale con la PNL
Già dagli anni ’80, all’epoca studente di medicina, frequentando i primi corsi di PNL, fui attratto dal linguaggio fresco e provocatorio che traspare dai primi libri scritti da Bandler e Grinder.
Conseguita la laurea in medicina mi sono formato alla psicoterapia presso l’ASPIC di Roma.
E’ qui che ho conosciuto il “Gestalt Counseling”, già allora felice integrazione fra la non direttività di Carl Rogers e la semi-direttività di Fritz Perls.
Va a Edoardo Giusti il merito di aver introdotto in Italia uno dei primi esempi di integrazione in questo campo.
Sempre pi๠convinto che l’essere umano sia un integratore nato di teorie, apprendimenti ed esperienze varie, è stato per me una conseguenza naturale elaborare il mio personale modo di integrare gli apprendimenti e le esperienze accumulate negli anni.
Ma non è stato tutto così semplice.
In che modo integrare due approcci così distanti quali il modo di operare di Carl Rogers con la sua empatia e accettazione incondizionata ed il modo un po’ spregiudicato e ribelle di considerare la relazione di aiuto di Richard Bandler e colleghi?
In un certo senso questo ponte è stato favorito proprio dall’approccio della Gestalt di F. Perls. Non dimentichiamo che quest’ultimo è stato uno dei grandi psicoterapeuti che i pionieri della PNL hanno studiato e osservato nell’intento di estrapolarne i principi che facevano di loro professionisti eccellenti nel loro campo.
Richard Bandler e Fritz Perls hanno delle personalità con dei punti in comune: entrambi sono caratterizzati da uno spirito ribelle: il primo verso il mondo della psichiatria tradizionale, il secondo verso la psicoanalisi ortodossa di Freud, alla cui teoria volle apportare dei contributi personali ed originali, primordi del nuovo corpus teorico e pratico che sarebbe divenuto la Terapia della Gestalt.
Tra i rappresentanti pi๠prestigiosi della PNL Robert Dilts è quello che maggiormente rispecchia la mia indole e in cui vedo un tentativo ben riuscito di addolcire alcuni meccanicismi della PNL con aspetti umanistici molto vicini alla mia sensibilità .
Nell’ambito della relazione di aiuto si dibatte ancora tra le varie scuole di pensiero rispetto alla direttività /non direttività quale miglior scelta pragmaticamente ed eticamente corretta da fare nei confronti del cliente, in altre parole
Personalmente ho deciso di lasciare ai capiscuola ed ai rispettivi discepoli ortodossi il compito di proclamare la superiorità di un corpus teorico rispetto a un altro.
Per il bene dei nostri clienti penso che sia meglio utilizzare quello che di volta in volta rappresenta la scelta migliore in un certo contesto/situazione clinica.
Nell’ambito della ricerca condotta da John Norcross su fattori comuni e differenze tra i vari approcci metodologici nell’ambito della Psicoterapia e del Counseling, risultano evidenti alcune conclusioni:
E’ chiaro quindi che l’agevolatore o il terapeuta deve avere pi๠strumenti a disposizione e saperli utilizzare di volta in volta in maniera selettiva ed oculata non solo a seconda del bisogno a cui deve rispondere, ma anche rispetto allo stadio del cambiamento in cui si trova la persona. (Prochaska, DiClemente)
Non voglio qui entrare nel dibattito sulla differenza tra Counseling e Psicoterapia (vi rimando bell’ articolo della collega Silvia Foschetti), aggiungo semplicemente che il Counselor sceglie di concentrarsi maggiormente sul presente, mentre lo psicoterapeuta puಠe in misura maggiore o minore deve tener conto dell’influenza del passato della persona.
Per tornare alla PNL e in generale a tutti i metodi che promuovono strategie rapide di cambiamento, è indispensabile tener presente una cosa: la strategia migliore puಠessere inefficace se usata dalla persona sbagliata, o nel momento sbagliato!
Non penso in realtà che esistano persone sbagliate (ho preso a prestito un proverbio cinese) ma se il professionista che usa la PNL non rispetta ed ascolta con attenzione chi chiede aiuto rischia semplicemente di fare un buco nell’acqua nel migliore dei casi.
Personalmente ritengo che mantenere un sano equilibrio tra accettazione del presente e ricerca del miglioramento personale sia una condizione indispensabile per favorire un vero cambiamento.
Ora, ritengo che l’accettazione del presente non sia esattamente un punto di forza della PNL che ha come mission costruire il futuro desiderato prendendo spunto dai modelli di eccellenza. Un rischio di questo atteggiamento portato all’estremo è quello di vivere costantemente proiettati sul futuro con una ridotta adesione alla realtà e “qui e ora”.
Tuttavia devo dire questo non è un atteggiamento generalizzato nel mondo della PNL, tanto è vero che leggo nel libro di Paul McKenna “Control Stress” questa bellissima frase: Tension is who you think you should be, Relaxation is who you are. ( Proverbio cinese )
Attingiamo ancora dalla saggezza dell’antica Cina per dire in sostanza che c’è tensione tutte le volte che pensi a chi dovresti essere e rilassamento quando sei semplicemente te stesso.
E’ proprio in questo apparente paradosso che molti avvertono grande difficoltà quando guardando al proprio presente in maniera giudicante e negativa. Si passa allora nella facile seduzione di fuggire subito nell’ideale perfetto. Questo meccanismo alla lunga genera frustrazione e scarsa autostima.
Ritengo che questo equilibrio tra accettazione del presente e ricerca di miglioramento (che a mio avviso è una vera e propria ricetta per la felicità ) sia meglio incarnato tra i vari trainer e capiscuola di PNL da Robert Dilts.
Nella mia ricerca di un equilibrio tra PNL e psicologia umanistica è stato proprio R. Dilts a darmi le risposte pi๠convincenti, tra i trainer di PNL che ho conosciuto.
Vorrei sottolineare una circostanza tra tutte.
In un Workshop ero presente tra gli allievi e gli feci questa domanda:
“come riesci a conciliare la vocazione alla rapidità della PNL con la difficoltà da parte di alcuni clienti di stare al passo di questa rapidità , mentre si imbattono con le loro difficoltà , resistenze,ecc.?”
Dilts mi diede questa risposta, che da allora mi fa da guida tutte le volte che utilizzo la PNL con i miei clienti:
“è importante capire che è il Coach con lo “C” maiuscola deve essere sempre uno “Sponsor” per il cliente, in qualsiasi momento”
Cerco di tradurre questa frase in un concetto comprensibile ai non addetti ai lavori.
Secondo la visione di R.Dilts “Sponsor“ è quel’operatore che sostiene e incoraggia il cliente dandogli tutta la fiducia di cui ha bisogno mantenendo la giusta distanza emotiva interpersonale, accettando anche le difficoltà e creando uno spazio di accoglienza anche verso le emozioni negative per facilitare la loro trasformazione.
Riuscire a fare questo non è certamente qualcosa che si improvvisa ma è frutto di anni di esperienza e di formazione personale e professionale: ritengo allo stesso tempo che dovrebbe essere un’abilità e un modo di stare con il cliente che dovrebbe essere insegnata all’interno di tutti i corsi di PNL.
Ritengo che un percorso formativo per professionisti della relazione di aiuto che includa al proprio interno moduli di PNL, approccio Rogersiano e Gestalt ( come avviene all’interno del Master “Gestalt Counseling” che proponiamo all’ASPIC), vada proprio a rispondere in maniera formativa e profonda a questa esigenza.
Non è mia intenzione creare un nuovo movimento o una nuova PNL poichè ritengo che per poter integrare modelli differenti è utile apprenderli e comprenderli nella loro forma ortodossa ed originale osservando e studiando i maestri.
Solo apprezzando le differenze si puಠgiungere ad un confronto e a un’integrazione.
(ecco ad esempio uno dei contributi della Gestalt Therapy)
In sintesi vorrei elencare brevemente quali sono gli aspetti positivi dei vari approcci e trovo molto utile integrare della PNL:
dal punto di vista dello psicoterapeuta o del counselor trovo che il contributo delle scienze umanistiche possa arricchire e personalizzare l’approccio della PNL attraverso:
Darಠmaggiormente spazio alla spiegazione di questi ed altri punti di confronto tra stili e approcci diversi nei prossimi articoli su questo stesso tema.
Ti saluto segnalandoti alcuni esempi pratici di questo modello integrato:
i miei videocorsi in DVD, ovvero le registrazioni dal vivo dei workshop:
Più Successo Personale con le tecniche di Coaching e PNL
Elvino Miali
Medico psicoterapeuta
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1 commento. Nuovo commento
Salve sono molto colpita da quanto ho letto e seguendo l’intuito forse ho trovato le risposte a quello che cercavo, mi sono appena diplomata alla Scuola di Naturopatia di Riza e in questi anni ho pensato che per avere una visione completa delle problematiche dei clienti fosse necessaria una laurea o altro in Psicologia ma poi è nata in me l’idea che un coach o un counselor o apprendere tecniche di pnl fosse più efficace e idoneo per un approccio più mirato e in sintonia con la mia indole…ma non mi è chiaro nonostante abbia letto articoli su questi argomenti quale sia la differenza e quale potrebbe essere la via più sensata per iniziare, dal suo articolo ho capito che lei ha intrapreso più strade e poi le ha integrate ma per chi vuole cominciare quale consiglio si sente di poter dare? La ringrazio Claudia