Mi chiamo Luisa De Paoli, ho 54 anni, distribuiti in un lungo cammino che mi ha visto nel ruolo di infermiera pediatrica, assistente sociale, counselor, mediatrice familiare, formatrice psicodrammatista. Durante le appassionanti tappe formative in cui ho acquisito le competenze dei diversi ruoli, ho ascoltato, ho imparato e mi sono appropriata di strumenti che poi ho utilizzato per gli altri ma anche per me stessa. La cura e l’attenzione per le persone, le relazioni e gli spazi sociali, sono il filo conduttore ed il senso della mia vita. Ora le mie formazioni si integrano e si sostengono a vicenda permettendomi uno sguardo professionale poliedrico. Ciò che vedo, attraverso questo sguardo, mi piace e mi appassiona.
Nel mio lavoro, che si svolge in contesti pubblici e privati, ho sempre sentito l’esigenza di individuare nuovi strumenti “di pratica” e nuovi riferimenti “di pensiero” per poter rispondere efficacemente in primo luogo al mio bisogno di contrastare il pericolo di staticità dei ruoli professionali, in particolar modo quelli nei sistemi pubblici; in secondo luogo per poter cogliere pienamente e nella loro complessità le domande di intervento professionale che mi vengono rivolte.
Il counseling è stato una risposta e continua ad esserlo, a queste mie esigenze. Un po’ di anni fa mi sono immersa in questo “mondo dell’ascolto” ed insieme alle tecniche ho incontrato persone che hanno saputo riconnettermi a ciò che ero già e darmi fiducia e forza in ciò che potevo diventare, con rispetto e pazienza. Mi sono sentita al centro della relazione ed ho imparato attraverso le metodologie del counseling come far sentire il proprio cliente al centro, con rispetto e pazienza.
Ho aperto uno studio professionale, collaboro con professionisti di altre discipline, utilizzo le mie formazioni come una tessitrice utilizza i filati di diversi colori combinandoli ed intrecciandoli fra di loro.
Sono diventata tutor e poi docente alla scuola di counseling dell’ASPIC. Un riconoscimento che mi fa essere grata alla vita per la sua generosità ed a me stessa per la tenacia e la curiosità che mi contraddistinguono. Una possibilità di rivolgere ad altri ciò che ho ricevuto.
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