Carl Ransom Rogers ha insistito assiduamente, soprattutto nella sua opera matura, sull’individuazione del potere personale in ognuno di noi e sulla forza trasformatrice che tale riconoscimento comporta. Il potere della persona è stato da lui considerato, in corrispondenza alla “reale potenzialità “ costruttiva di ogni organismo, quale principio evolutivo, di naturale cambiamento, all’interno di una ricerca convinta e aperta agli esiti delle verifiche scientifiche.
A partire da questo nucleo tematico potremmo nuovamente approfondire la valenza dei termini rogersiani, nei quali permane una ambivalenza tra potere e potenza (potenzialità). Al momento, comunque, ci interessa confermare quell’aspetto fondante, accompagnando brevemente la riflessione con domande più immediate e alcune proposte.
Come attivare la consapevolezza personale della propria potenzialità ? Quali strumenti e quali esercizi possono aiutare l’esplicazione del nesso tra potenziale personale e trasformazione evolutiva?
Tenendo ben presenti le premesse, e consapevoli della varietà di offerte su tali argomenti, ci proponiamo qui di accennare ad un’insieme che, per le particolari caratteristiche, si accorda saldamente tanto ai principi richiamati quanto alla scelta della massima consapevolezza: i ritratti riformulati.
L’idea di fondo è semplice e le applicazioni sono varie; l’esemplificazione probabilmente pi๠immediata si riferisce ai possibili esercizi, segnatamente nell’ambito del Counseling. Immaginando un incontro, professionalmente inteso, possiamo dunque preparare il contesto e invitare una persona a compiere un proprio ritratto. La preparazione, qui citata in modo del tutto sintetico, tende ad essere decisiva nella pratica e lo è certamente in riferimento a coloro che meno hanno abitudine all’autoesplorazione o possiedono insufficienti competenze.
Il ritratto puಠessere effettuato con una descrizione, una scultura, un disegno, la pittura, la fotografia, la musica. L’opzione sulla tecnica di rappresentazione inizia a suggerire parti importanti. Altre parti si presentano nell’esperienza, nel vissuto del lavoro di ritratto, insieme alla consistenza autobiografica della realizzazione e alla funzione di specchio che essa puಠsimboleggiare.
In che cosa consiste la riformulazione, il nuovo tratteggio e l’inedita trama del ritratto?
In un secondo momento, quando la fase dell’elaborazione ha raggiunto un punto di equilibrio, possiamo stimolare un intendimento di prima tenuta della rappresentazione e avviare quindi un’ulteriore esperienza di approfondimento sul ritratto. Questa puಠconsistere in un ritocco, oppure un rifacimento, un commento, un’interrogazione o un dialogo, un ripensamento, una conferma: il lavoro sul cambiamento possibile. Ci si puಠfermare alle parole e si possono creativamente estendere i riferimenti.
Si tratta, volendo, di un gioco da svolgere con leggerezza tra conoscenti, tra persone che desiderano conoscersi un poco pi๠a fondo e reciprocamente; ancora, e mettendo a frutto possibili interazioni, tra altri che faticano a riconoscersi. Puಠsvilupparsi ulteriormente, con l’ausilio di un’opportuna preparazione, in esercizio individuale ripetuto nel tempo, dunque nell’apertura di una propria via di ricerca tra le risorse personali e le migliori, intrinseche trasformazioni.
Le variazioni si moltiplicano e si arricchiscono qualora aggiungiamo altri attori all’esplorazione, altri nessi tra le opportunità di rappresentazione e l’attenzione agli altri rispetto alla direzione interiore, senza perdere il legame di fondo con la sensazione di sè della persona e l’apertura al cambiamento appropriato. L’eventuale distrazione dall’essenza relazionale di base, così presente nella diffusione di tecniche poco meditate, oltre a rendere scarsamente significativa la pratica tende a bloccarne e distorcerne i risultati. Tale rischio va preceduto con accortezza.
Un percorso di Counseling, capace dunque di promuovere un accostamento consapevole ai contenuti personali, puಠoffrire il contorno ideale allo sviluppo delle riformulazioni dei ritratti. Puಠfavorire l’intreccio iniziale di benefici, l’apprendimento e l’applicazione della pratica, l’accrescimento delle capacità di raccontare se stessi, rappresentare gli altri, narrarsi il mondo.
Ivan Carlot
Docente nel Master “Gestalt Counseling” a Verona e Venezia
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